Biografia e Interviste con l'autore

Dopo aver fondato, insieme a Luciano Mirone, Giacomo Pilati e Vito Orlando, il periodico giovanile «Lo Scarabeo» (Trapani, 1982-1987), ha collaborato con la redazione trapanese del «Giornale di Sicilia» e con vari periodici siciliani.
Ha, inizialmente, dedicato alcuni anni allo studio della letteratura trapanese dell’Ottocento e del Novecento. Si è, poi, interessato a singole personalità della letteratura e dell’arte siciliana dell’Ottocento e del Novecento, attraverso diverse monografie critiche: Tommaso Romano, Nino De Vita, Giuseppe Marco Calvino, Tito Marrone [1], Virgilio Titone, Renzo Porcelli.
Si è anche occupato di alcune importanti figure della letteratura tunisina: ha tradotto dal francese e curato la prima edizione italiana di Les poèmes d’un Maudit [2] del poeta siculo-tunisino Mario Scalesi (1997; 2006) e della silloge poetica Nouba dello scrittore tunisino Moncef Ghachem (2004). Ha, inoltre, curato e introdotto (insieme allo scrittore tunisino Imed Mehadheb e al poeta albanese Gezim Hajdari, che si sono occupati della traduzione del testo arabo) la prima edizione italiana de I canti della vita (2008) di Abu’l Qasim ash-Shabbi [3].
Il suo maggiore impegno è stato riposto nelle opere narrative. Giudizi lusinghieri ha espresso la critica sul suo romanzo Opere terminali [4]. Ne Il pollice in bocca affronta il tema negletto della gerontofilia. Ne Il biografo di Nick La Rocca (con documenti di prima mano, provenienti da una corrispondenza con lo scrittore statunitense Harry H. Brunn, autore di un controverso libro sul jazzista di New Orleans di origini italiane) indaga le complicità e le “arrampicate” sugli specchi dei manuali del jazz dei due protagonisti [5].
Uno spazio a sé hanno, tra le sue pubblicazioni, i tre volumi (apparsi nel 1992 e nel 1998) dedicati al sociologo torinese Mauro Rostagno [6], assassinato a Trapani dalla mafia il 26 settembre del 1988: è stato tra i primi a raccontare la sua vita e le vicende del suo omicidio, anche con documenti inediti.
La sua produzione consta, inoltre, di vari saggi e studi originali: dalla prima monografia in assoluto dedicata alla maschera carnascialesca siciliana (Peppe Nappa) [7] al primo scritto di carattere generale su uno dei principali disegnatori italiani del Novecento (Mameli Barbara) [8], fino agli “irriverenti” e provocatori volumi consacrati al famigerato boss della mafia Matteo Messina Denaro [9], presentato anche come “scrittore criminale".

È stato consulente giornalistico e per le ricerche del regista Alberto Castiglione per la realizzazione del film Una voce nel vento (2005, 50 min.) sul sociologo Mauro Rostagno.
Ha fatto parte del cast della docu-fiction Sicily Jass (regia di Michele Cinque, 2015, 75 min.), insieme a Roy Paci, Mimmo Cuticchio, Salvatore Buonafede, Amiri Baraka e altri.
Da un testo a sua cura (Matteo Messina Denaro, Lettere a Svetonio. Il capo di Cosa Nostra si racconta, Viterbo, Stampa Alternativa, 2008) e da Cose di Cosa Nostra di Marcelle Padovani, il regista e autore teatrale Max Di Bono ha tratto e rappresentato, debuttando nell’aprile 2012 nel “Teatro Tito Marrone” di Trapani, uno spettacolo teatrale intitolato Penombre.

Scrive per il quotidiano «La Sicilia».
Dirige la collana “Le opere e i giorni” per Di Girolamo Editore.
Dal 2009 è membro della giuria del “Premio Nino Martoglio”, organizzato annualmente dal Comune di Grotte (AG).
Ha vinto il concorso “Un nome per il Teatro-Auditorium Provinciale di Trapani” con cui la struttura è stata intitolata al poeta e commediografo Tito Marrone (Delibera di Giunta n. 440 del 20 novembre 2003) «in quanto l’unico ad aver segnalato il nome dell’illustre artista crepuscolare» (vedi DOCUMENTO).

Ha ottenuto il premio Trinacria (1997), il premio alla cultura Dino Grammatico (2009) e il premio Giuseppe Marco Calvino (2012). Nel 2017 ha conseguito il premio "Mazara alla Carriera".
Nel 2009, ha donato la propria corrispondenza con vari autori italiani e stranieri e una cospicua parte dei suoi libri alla Biblioteca Comunale di Paceco, dove è stato costituito un Fondo Mugno.

Note
[1]. Del crepuscolare siciliano ha raccolto e analizzato, in tre differenti volumi, pubblicati dall’Istituto Siciliano di Studi Politici ed Economici di Palermo, la produzione teatrale, gli scritti di critica e la corrispondenza con lo scrittore Federico De Maria. Tali saggi sono stati apprezzati, tra gli altri, da uno dei maggiori esperti italiani della poesia italiana d’inizio Novecento, Giuseppe Farinelli, professore ordinario di Letteratura Italiana moderna e contemporanea dell’Università Cattolica di Milano, che li cita più volte nel suo fondamentale Perché tu mi dici poeta? Storia e poesia del movimento crepuscolare (Roma, Carocci, 2005): «(…) nel 2001 Salvatore Mugno dà alle stampe sette atti unici e quattro scene che, annotati, permettono una valutazione meno superficiale del genio teatrale di Marrone»(p.61).
Cfr., inoltre, L. Della Bianca, Tito Marrone. “Saggi di critica letteraria e teatrale”, «Otto-Novecento», Milano, a. XXXI, n. 3, settembre-dicembre 2007, pp. 239-240.
[2]. Il testo è stato adottato nei corsi universitari dell’Ateneo viterbese. Cfr., inoltre, R. Bourkis, Colloque international sur Mario Scalesi, «le Temps», Tunisi, 12 marzo 1997; G. Toso Rodinis, Marius Scalési: un poeta italo-tunisino alle porte del XX secolo, in Letteratura di Frontiera; Littératures Frontalières, Roma, Bulzoni, 1998, p. 215. R. Bivona, Mario Scalesi, Les Poèmes d’un Maudit. Le Liriche di un Maledetto. La poesia mediterranea di un italiano di Tunisi, in «Annuaire de l’Afrique du Nord», XXXVI 1997, Parigi, CNRS Editions, Parigi, 1999, p. 561. R. Paris, Ragazzi a vita in Poesia '98. Annuario a cura di Giorgio Manacorda, Roma, Castelvecchi, 1999, p. 93; A. Corbisiero, Scalesi, sconosciuto “maledetto”, «America oggi», New York, 10 aprile 2005.
[3]. Il testo si avvale di un’intensa postfazione di Aldo Nicosia, docente di Lingua e Letteratura araba, che lo ha anche adottato presso l’Università di Catania. Cfr., inoltre, M. Pedroni, Abu l-Qasim ash- Shabbi. I canti della vita, sito www.sesamoitalia.it (Società per gli Studi sul Medio Oriente), 2009; F.M. Corrao (a cura di), Le rivoluzioni arabe. La transizione mediterranea, Milano, Mondadori, 2011, pp. 215 e 252.
[4]. Antonio Di Grado, recensendolo su «Stilos» (Il diario terminale di Mugno, il maudit, Catania, 30 ottobre 2001), ne scrive come: «(…) d’un libro che si presenta da sé, che anzi ti penetra in casa e ti disordina lo scrittoio e i pensieri, lascia orme di fango sul tappeto buono, irride ai conforti e alle certezze di cui ti sei accortamente circondato. (…). (…) Mugno è tutt’uno, infatti, (caso singolare d’identificazione senza residui, d’incarnazione senza resurrezione) con la scrittura infinita, magmatica, lutulenta che da qualche decennio va componendo, scommettendovi il tempo e l’onore, l’anima e il corpo, d’un romanzo-diario vero e finto (…). (…). Una scrittura del corpo; un’incarnazione dolorosa e irredenta». Cfr., inoltre, G. Traina, Alte tirature. La giovane Sicilia, in Tirature. Autori, Editori, Pubblico, a cura di V. Spinazzola, Milano, Il Saggiatore, Fondazione Mondadori, 2006, p.79; L. Zinna, Le “Opere terminali” di Salvatore Mugno, in La parola e l’isola. Opere e figure del Novecento letterario siciliano, Palermo, Isspe, 2007, pp. 257-260.
[5]. Questo romanzo è stato recensito, tra gli altri, da: G. Taormina, Il biografo di Nick La Rocca, «Jazzit», Terni, gennaio-febbraio 2006; ed A. Gianolio, Quel pioniere e chi l’aveva raccontato, «Musica jazz», Milano, a. 62, n. 6, giugno 2006.
[6]. Cfr. G. Pilati, Il sogno del '68 ucciso dalla mafia, «Avvenimenti», Roma, 27 settembre 1998; L. Mirone, Gli insabbiati. Storia di giornalisti uccisi dalla Mafia e sepolti dall'Indifferenza, Roma, Castelvecchi, 1999. Maddalena Rostagno, Andrea Gentile, Il suono di una sola mano. Storia di mio padre Mauro Rostagno, Milano, Il Saggiatore, 2011, pp. 252, 257, 263-270.
[7]. Cfr. A. Scandone, Peppe Nappa. Servo, pigro e parassita. Un siciliano da carnevale, «la Repubblica», 16 febbraio 2010.
[8]. Cfr. F. Borgonovo, Mameli Barbara. Il “pornografo del regime” che piaceva a Mussolini, «Libero», Milano, 29 luglio, 2007.
[9]. Cfr. L. Abbate, Lettere a Svetonio, «Ansa», Palermo, 15 ottobre 2008; A. Cavadi, Il Dio dei mafiosi, Milano, Edizioni San Paolo, 2009; G. Marinetti, Messina Denaro, la complessità di un boss antico e moderno, «Farefuturo Web Magazine», Roma, 22 marzo 2010; F. Nicolosi Fazio, Un protagonista. "Matteo Messina Denaro" di Salvatore Mugno, «inscenaonline», 30 maggio 2011; L. Mirone, Matteo Messina Denaro, un padrino del nostro tempo, «I Quaderni de L'Ora – on line», Palermo, 28 giugno 2011.


Interviste con l'autore

V. PARASPORO, Essere scrittore, un modo di vedere il mondo: intervistando Salvatore Mugno, Lo scaffale indipendente, 12 marzo 2019. Vedi intervista